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La carta stampata non se la passa benissimo e lo confermano anche gli ultimi rilevamenti al momento disponibili: lo scorso gennaio ha segnato un nuovo arretramento per la generalità dei quotidiani, con rare eccezioni. Si salvano due testate particolarmente aggressive come Libero (vendite +2,3%) e Il Fatto Quotidiano (+1,0), perdono vistosamente Il Giornale (-15,8%) e La Gazzetta dello Sport (-11,4% l’edizione ammiraglia, quella del lunedì). Le Cassandre si sprecano. Ha sbagliato Bill Gates, che aveva previsto la morte dei quotidiani entro il ventesimo secolo. Chissà se ci ha azzeccato chi ha profetizzato che l’ultima copia del New York Times sarà venduta nel 2043 e che in Italia la fine sarà anticipata al 2027.
Intanto una favola ha risollevato le sorti dell’inglese The Guardian, che ha invertito il trend delle vendite grazie ai Tre Porcellini, protagonisti di un geniale spot andato in onda per la prima volta il 29 febbraio. La favola – di autore incerto, forse tramandata dalla tradizione orale e comunque pubblicata per la prima volta a metà Ottocento – è stata rivisitata ed attualizzata. Ed ha un finale a sorpresa. Altro che legittima difesa: i Tre Porcellini si rivelano tre sanguinari criminali, che hanno scientemente assassinato il presunto Lupo Cattivo, che un video apparso su YouTube – la prova regina – dimostra innocuo ed asmatico, perfino incapace di soffiare. Lo spot esalta il ruolo della “democrazia digitale”, che sbroglia così inconfutabilmente un caso che aveva spaccato l’opinione pubblica, divisa fra innocentisti e colpevolisti. E proprio sulla “e-democracy” The Guardian sta puntando grosso, scommettendo sull’interazione fra giornalisti e lettori. C’è chi lo chiama “open journalism” e chi “citizen journalism”. Ma la sostanza è la stessa: la partecipazione aiuta nella ricerca della verità.
LO SPUNTO. “Cenerentola” e “Il Gatto con gli stivali” si prestano per essere rivisitate dai produttori di calzature. “La principessa sul pisello” e “Il fagiolo magico” da quelli di legumi. Uno snack ci starebbe bene nel cestino di Cappuccetto Rosso. E che ne dite se fosse gustosa e nutriente, anziché avvelenata, la mela di Biancaneve?