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Antonio Ghini, cento cose da dire |
«Forse dovrei scrivere: questo libro è vecchio. Non leggetelo. È vecchio perché parla di cose che si stanno facendo oggi o si sono fatte appena ieri, mentre il cambiamento che sta filtrando nella società, con forza e tenacia, dovuto a quel simbolico sbarco degli extraterrestri, costituito dalle generazioni che sono nate e cresciute con Internet, fa sì che anche le cose di domani saranno presto superate». Debutta così "Dal detersivo alla Ferrari. Cento modi di comunicare", un volume di 304 pagine uscito all'inizio dell'anno – anche in formato e-pub – per iniziativa dell’Egea, la casa editrice della Bocconi. L’ha scritto Antonio Ghini, che per 15 anni è stato responsabile Comunicazione e rapporti con la stampa della prestigiosa casa di Maranello. Raccontando episodi vissuti in prima persona, Ghini ripercorre capitolo per capitolo – come si legge nella scheda informativa – l’iter che porta a un’efficace comunicazione, suggerendo piccoli trucchi o rivelando curiosi e divertenti segreti, oltre a fornire dati e fatti oggettivi. Protagonisti detersivi, dentifrici e schiume da barba, ma anche beni di lusso e attività di servizio, fino ad arrivare al mercato dell'auto.
Ma davvero nell’era di Facebook e del trionfo del web certi schemi e certi modelli sono del tutto obsoleti e sorpassati? In realtà – e Ghini, al di là di quanto ha scritto nella premessa, ne è consapevole – cambiano vorticosamente gli strumenti ma le idee guida sono sempre quelle. Ed esattamente gli stessi sono gli obiettivi, il primo dei quali è creare valore.
Ciò che ha fatto discutere, semmai, è il fatto che Ghini ha titolato un intero paragrafo “Non dare del tu” manifestando una spiccata preferenza per il “lei”. A chi l’ha aspramente criticato, lui ha ribattuto: «Il “tu” indiscriminato in azienda è un implicito invito alla riduzione dei valori. Il “lei” rende più efficace un richiamo e più autentico premio una lode».